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Immagine del redattoreDr.ssa Enrica Chiaravalle

10 cose che potresti non sapere sulla salute mentale

I problemi di salute mentale possono colpire chiunque, indipendentemente dall'età, dalla razza e dalla classe economica o sociale e, a causa di fattori demografici e dello stile di vita, questi potrebbero aumentare. Ecco 10 cose meno note sulla salute mentale e sul benessere psicofisico di cui potresti non sapere nulla.


persone disturbi mentali

  • 1. La maggior parte dei problemi di salute mentale non sono NÉ gravi NÉ permanenti.


La salute mentale tende ad essere associata a gravi condizioni mentali, il termine invece si riferisce a uno spettro che va dalla buona salute alla malattia grave. Infatti l'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute mentale come “uno stato di benessere in cui un individuo realizza le proprie capacità”. La maggior parte dei problemi di salute mentale non sono in realtà né gravi né duraturi, ma in genere quadri di salute mentale di breve durata da lievi a moderati.


Le cifre di prevalenza globale mostrano che la depressione colpisce circa 300 milioni di persone in tutto il mondo e i disturbi d'ansia riguardano quasi il 4% della popolazione mondiale. Queste due condizioni costituiscono la maggior parte dei problemi di salute mentale.


  • 2. Si prevede che nel 2050 circa 152 milioni di persone soffriranno di una qualche forma di demenza, con il 68% nei Paesi a basso e medio reddito. I costi annuali della demenza dovrebbero raggiungere i 2 trilioni di dollari già nel 2030.


A un paziente vengono diagnosticati sintomi di demenza (perdita di memoria, disorientamento, comportamenti irregolari, difficoltà con le attività quotidiane e incoerenza del linguaggio) ogni 3 secondi in tutto il mondo. Il morbo di Alzheimer è la causa più comune. In tutto il mondo, questo si traduce in quasi 10 milioni di nuovi casi all'anno, per un totale di oltre 50 milioni di pazienti colpiti.



  • 3. “L'eco-ansia” è reale e in crescita e i giovani ne sono particolarmente colpiti.


Nel 2019, il 68% della popolazione mondiale ha considerato il cambiamento climatico una grave minaccia. Molti si sentono impotenti e persino disperati per la visione della distruzione irrimediabile dell'ambiente e delle sue conseguenze nel loro futuro e in quello delle generazioni a seguire. Questa è stata definita “eco-ansia”.

I giovani sembrano essere particolarmente colpiti, con il 40% dei ragazzi della fascia 16-24 anni nel Regno Unito, ad esempio, che dicono di essere preoccupati, contro il 29% della popolazione generale.

uomo che guarda una foglia
  • 4. Il genere è importante nella prevalenza dei disturbi di salute mentale.  Le cifre mostrano che la depressione, l'ansia e i disturbi dell'alimentazione sono, in media, più diffusi tra donne, mentre la schizofrenia e i disturbi da uso di droghe tendono ad essere tipicamente più comuni negli uomini.

Per le donne, alcune condizioni possono essere innescate dal parto, dalla maternità precoce e dal “doppio carico” del lavoro domestico non retribuito. Nel Regno Unito, ad esempio, una donna su cinque ha problemi di salute mentale durante la gravidanza o nel primo anno dopo il parto.



  • 5. La dieta influisce sulla salute mentale in più di un modo.


È stato a lungo riconosciuto che lo stato d'animo delle persone ha un'influenza sul loro comportamento alimentare. Al contrario, ci sono prove crescenti che il cibo non solo influisce sul benessere, ma anche sulla prevalenza di alcune malattie mentali (depressione, Alzheimer, ecc.). Ad esempio, le popolazioni a dieta mediterranea hanno un rischio del 33% in meno di soffrire di depressione, e la dieta giapponese Washoku sembra ridurre il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer del 36%.

A livello intestinale anche il microbiota appare svolgere un ruolo in quanto influisce sul nostro benessere e sulla salute della mente attraverso l'asse intestina-cervello. La mancanza di un batterio specifico nella flora intestinale sembra, per esempio, essere correlata ai sintomi della depressione. 


uomo che dorme
  • 6. La privazione di sonno facilita la depressione, nelle società in cui le persone dormono nel complesso di meno.


Con le moderne abitudini di vita, il tempo che le persone dedicano al sonno si sta riducendo. Uno studio del 2019 rivela che i francesi non dormono più di 6 ore e 42 minuti al giorno in media. A livello globale, la percentuale di "short sleepers" indebitati di sonno è in aumento.

Il sonno è ciò che determina la salute e il benessere generale. La privazione di sonno è associata a molte malattie croniche e a condizioni patologiche come il diabete di tipo 2, malattie cardiache, demenza, obesità e depressione.



  • 7. Circa la metà di tutti i casi di malattia mentale inizia all'età di 14 anni, e il 75% di essi si sviluppa prima dei 25 anni.


Secondo le stime, il 10% dei bambini e degli adolescenti soffre di una malattia mentale clinicamente diagnosticabile, una delle principali cause di disabilità nei giovani. La metà di tutti questi casi di malattia mentale inizia all'età di 14 anni e il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani.

Date le sue gravi conseguenze in età adulta e i risultati positivi del trattamento precoce, affrontare la malattia mentale nei giovani è fondamentale per fornire migliori mezzi di prevenzione.



  • 8. C'è una forte correlazione tra lo status sociale e lo sviluppo di comuni disturbi mentali.


Gli studi dimostrano che più le società sono disuguali, più è probabile che soffrano di una vasta gamma di sfide sanitarie, come dipendenza, malattie croniche, autoisolamento, e anche di questioni sociali, quali riduzione dell'aspettativa di vita, maggiore mortalità infantile, scarsi risultati educativi, minore mobilità sociale e aumento dei livelli di violenza.

L'accessibilità al trattamento della salute mentale dipende ampiamente dal livello di sviluppo economico di un paese, quindi le disuguaglianze di reddito si traducono anche in un numero maggiore di disturbi mentali non trattati. Mentre dal 35% al 50% dei gravi disturbi di salute mentale nei Paesi ad alto reddito non riceve alcun trattamento, questi numeri salgono a un minimo del 76% nei Paesi a basso reddito: la coesione sociale, cioè la capacità di una società di assicurare il benessere della collettività sulla base di relazioni sociali forti e di un'appartenenza territoriale ben definita, influisce direttamente sulla malattia mentale.


donna che lavora
  • 9. Negli U.S.A. il burnout potrebbe costare altri 190 miliardi di dollari ai sistemi sanitari ogni anno.


Nel momento in cui le conseguenze sulla salute dello stress diventano sempre più riconosciute, le condizioni di lavoro sono diventate sempre più oggetto di un attento esame. Burnout (esaurimento fisico o mentale), boreout (noia cronica derivante da un elevato carico mentale) e il brownout (disimpegno derivante dalla perdita di significato) sono condizioni di salute mentale direttamente correlate all'ambito del lavoro.

Nel mese di maggio 2019 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il burnout come una sindrome clinica causata dallo stress cronico sul posto di lavoro. Questo potrebbe essere il primo passo verso il suo riconoscimento come una malattia professionale e legata al lavoro. Lo stigma che circonda il burnout si sta gradualmente indebolendo e la sua prevalenza è ora riportata in tutti i settori della società.



  • 10. Il vostro account Instagram potrebbe essere dannoso per la vostra salute mentale.


Mentre il mondo moderno dovrebbe essere sempre più aperto e connesso, la sensazione di solitudine persiste. L'isolamento sociale - come uno stato di quasi o completa mancanza di contatto tra un individuo e la società - agisce come un particolarmente significativo catalizzatore nell'aumento del rischio di disturbi mentali.

Contrariamente alla promessa iniziale delle principali piattaforme sociali, i social media possono infatti esacerbare la sensazione di solitudine, piuttosto che collegare le persone a nuovi amici: secondo uno studio, per ogni aumento del 10% dell'esperienza negativa sui social media, c'è stato un aumento del 13% dello stato di solitudine. Inoltre a causa dell'uso intensivo dei social media la popolazione sotto i 25 anni è più suscettibile all'isolamento sociale, al cyberbullismo e al ritiro sociale.

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